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[ un cartiglio ]
Schapiro - Ciò che gli impressionisti apprendevano circa la proprietà dei colori e della luce, tuttavia, non veniva tradotto in asserzioni formali o verificato in condizioni sperimentali controllate. Si trattava piuttosto di osservazioni empiriche applicate con spirito pratico sulla base dell’idea che gli artisti si facevano di come esse avrebbero inciso sul loro dipinto, e di quanto avrebbe soddisfatto una vaga ma risoluta percezione dei loro obiettivi estetici in pittura. [Meyer S., L’impressionismo – Riflessi e percezioni, 1997]
Jacques Derrida: - “Difesa di Heidegger, circostanza attenuante: la sua “intenzione” non era quella di interessarsi di una determinata pittura, di descrivere e di indagare la sua individualità, in qualità di critico d’arte… E’ chiaro, per il momento il quadro è, in ipotesi solo un accessorio intuitivo. Si può anche rimproverare ad Heidegger questo modo di procedere illustrativo, ma è qualcosa di diverso dal far credere che intenda descrivere il quadro in sé, per potergli poi rimproverare degli errori di lettura nella prospettiva di questa ipotesi che, per il momento, non è la sua. Per il momento, l’oggetto da descrivere, da interpretare, non è il quadro e non è neppure l’oggetto in quanto dipinto, (rap)presentato, ma un mezzo abituale che tutti sanno cos’è. Non c’è nulla in quel che segue che riguardi o che pretenda delimitare la specificità pittorica, e neppure la specificità di queste scarpe in quanto differenti da altre scarpe”. [Restituzioni…, cit., p. 293]

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TESTO



VALIGIE
parte seconda H.D.S. MAROQUINERIES